A bit busy due to my danish exams and job, of course.
New location new life? I don't know, my mind is already somewhere up north.
Giorno di revival.
Oggi sono uscita e Nantes non era più quella.
C’è qualcosa nell’aria che mi mette di buon umore e non erano I saldi.
Sembra sia primavera. Oggi pomeriggio in due orette di passeggiata in centro mi sono scorse nella mente almeno cinque città in cui sono stata e ho vissuto.
Mi sono rivista a Bologna, ho rivisto me ai giardini Margherita, in quel periodo dell’anno in cui il bel tempo ritorna e sembra tutto diverso. Un po’ mi manca, più che altro perché è un ricordo credo, ed i ricordi fanno sempre questo effetto. Non mi sono sentita capita, e sono riuscita a farla mia solo in pochi momenti. Non ci torno dal più di due anni. Adesso me la immagino piccola, tenera e facile da vivere. Provinciale, si, provinciale, forse come Nantes per un francese. Forse semplicemente le città universitarie non fanno per me.
Comunque oggi sono passata sull’Erdre e mi è sembrato non più un fiumiciattolo triste, ma una piccola Senna, con tanto di ponte e sponde sulle quali passare serene serata tra amici, come fossimo sul Pont-Neuf.
Ho salito rue Crebillion gremita di gente e mi sono vista rue de Foch a Montpellier. E poi mi sono immaginata il mio bar preferito di cui ahimé non ricordo il nome. Mi sono resa conto di come poco conosca Nantes e quanto poco, in cinque mesi, l’abbia vissuta. Sembra stupido, ma il kir o la birretta delle sei, seduta in un’assolata, anche se fredda, piazzetta a Montpellier mi facevano bene. Pensavo che il tempo non contasse, invece…invece forse conta. Probabilmente i mesi difficili di quest’anno sono quelli della famosa depressione invernale, che ad Aarhus dipendeva più dalla solitudine che dal buio grigiore danese.
Una volta sul bus, ho pensato al mio double daker 8 che per pochi mesi mi ha accompagnato sino a Holborn station a guardare le vetrine, e l’N8 che invece mi riportava a casa dopo il lavoro e dopo le serate in Schorditch.
A dire il vero, ho anche pensato alle città in cui forse vivrò. Ho sbirciato in un vicolo e mi sono ritrovata a Bruxelles. Non che fosse ancora buio, non che quell’angolo di Nantes la ricordasse per forza…Era la voglia di trovare un baretto di quartiere, buio, che sapesse un po’ di legno, dove si parlasse piano e la birra fosse poco cara. Forse la mia mente ha semplicemente unito questo mio desiderio a una città in cui sto pensando di vivere la prossima avventura.
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