Tuesday 31 May 2011

MILANO LIBERA TUTTI (Milan sets everyone free)




VITTORIA!










today's soundtrack:

Afterhours -Riprendere Berlino-

Luce del mattino
Luce di un giorno strano
Pensavi di esser perso
Che cambia il tuo destino

Non sarebbe bello
Non farsi più del male
Non sarebbe strano
Se capitasse a noi

Anche il paradiso
Vuole essere un inferno
Era tutto scontato
Finché non sei caduto

Non sarebbe bello
Riprendere Berlino
Non sarebbe strano
Prenderla senza eroi

Non sarebbe bello
Venire ad incontrarti
Senza aver paura
Di non ritrovarci mai

Fuori dalla tua porta
Fare la cosa giusta
Essere razionali
Mentre ti gira la testa

Non sarebbe bello
Non farci più del male
Non sarebbe eroico
Non essere degli eroi

Non sarebbe strano
Essere più leggeri
E non aver paura
Se capitasse a noi

Se capitasse a noi
Se capitasse a noi
Se capitasse a noi

Tuesday 17 May 2011

“Ci deve essere un limite” disse il Dansk folkeparti e, così, frontiera fu.


"Ci deve essere un limite"

Tra “beghe domestiche” e politica europea

Ufficialmente indirizzato alla lotta all’immigrazione clandestina e alla criminalità, il patto raggiunto tra il governo di minoranza di centro-destra e gli estremisti del partito del Popolo Danese (Dansk Folkeparti) pare il risultato di un do ut des, più che un’azione coscientemente mirata a limitare la criminalità transfrontaliera. E’ opinione diffusa, infatti, che la sigla dell’accordo da parte del governo sia “un contentino” all’estrema destra, finalizzato ad ottenere l’appoggio sul piano della riforma delle pensioni, che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile e l’introduzione di altre misure di austerità. Non solo, secondo gli osservatori, l’accordo guarderebbe alle prossime elezioni politiche (da tenersi entro novembre). Considerando lo stato d’ansia degli europei nei confronti dei flussi migratori dal nord Africa, (ansia attestata in primis dal recente successo del partito nazionalista Finlandese), la sospensione di Schengen da parte del governo danese sarebbe anche una mossa elettorale. Dal canto loro, i social-democratici, appoggiando passivamente la misura, paiono non disporre di una risposta più efficace di quella proposta dal Dansk Folkeparti per placare queste ansie da “invasione”.

Le reazioni

Secondo Lone Lone Dybkjær, del partito social liberale, i controlli alle frontiere, oltre che costare ai danesi 270 milioni di corone (36milioni di euro), sarebbero inutili ed inefficaci a controllare la criminalità transfrontaliera. L’annuncio della misura restrittiva ha destato critiche anche dai paesi vicini, direttamente interessati dalla nuova norma. Sia il governo svedese sia quello tedesco hanno perciò sollevato i problemi logistico-economico che deriverebbero da tale decisione. Le disfunzioni più gravi le subirebbero i lavoratori transfrontalieri, soprattutto nella regione dell’Øresund, dove i pendolari che si muovono tra Svezia e Danimarca sono giornalmente quasi 20.000. Le critiche sono fioccate anche in Germania, dove il ministro dell’interno Hans-Peter Friedrich ha accusato la Danimarca di isolazionismo. La replica è arrivata dal ministro dell’immigrazione Søren Pind, (meglio noto come “ministro dell’assimilazione” dopo le recenti dichiarazioni sul suo modello d’integrazione) il quale, durante la sua visita a Bruxelles, ha definito la questione “un malinteso”, in quanto la Danimarca non intende reintrodurre i controlli dei passaporti, ma solo rafforzare quelli doganali, il che, a suo avviso, sarebbe conciliabile ed in linea con Schengen.

La Danimarca in Europa

Che la Danimarca non fosse uno dei paesi più Euro-entusiasti dell’Unione non è una novità. Tuttavia, la reintroduzione della frontiere, ha lasciato basita tutta Europa, che non può che interrogarsi di fronte all’irrefrenabile desiderio di certi stati membri di barricarsi dietro i muri di casa propria non appena la situazione si complica. L’opinione pubblica danese è spaccata. Dai blog dei maggiori quotidiani nazionali si leggono commenti contrastanti: nonostante i dubbi sull’efficacia del provvedimento, alcuni sostengono che le frontiere siano davvero troppo accessibili. Altri, invece, ritengono che questo accordo danneggi l’immagine della Danimarca che si dimostra così un paese xenofobo e provinciale agli occhi dell’Europa.

Guardando ai prossimi impegni dell’agenda politica europea danese, viene da pensare a come il paese affronterà le prossime responsabilità internazionali, a partire dal referendum sull’introduzione dell’euro ma, soprattutto, la presidenza di turno del Consiglio d’Europa, da assumere il prossimo gennaio. Se la Danimarca è davvero interessata a restare in Europa, a ricoprire un ruolo importante, contribuendo davvero al progetto europeo, allora, parafrasando l’opinionista danese Rune Engelbreth Larsen, l’unico limite che dovrebbe imporre è a alle sue tendenze populiste da piccola appendice geografica.

"Stranieri, non lasciateci soli con i danesi!"

Stranieri, non lasciateci soli con i danesi!” | Uno dei manifesti sparsi per Copenaghen dal collettivo di artisti “Superflex”

In realtà, a tutti è chiaro che le spinte nazionalistiche e la dipendenza del governo danese dall’appoggio politico dell’estrema destra, siano il vero motivo alla base dell’accordo. Insieme alla riforma delle pensioni, la questione dell’immigrazione rappresenta uno dei temi più scottanti della politica interna in Danimarca. Nel frattempo, camminando per Copenaghen, può capitare di imbattersi in un manifesto recante la scritta “Foreigners, don’t leave us alone with the Danes” (Stranieri, non lasciateci soli con i danesi). Dietro il misterioso manifesto c’è Superflex, un gruppo di artisti danesi, i quali dichiarano voler utilizzare l’arte come uno strumento, in questo caso, per attirare l’attenzione sul tema dell’immigrazione. Dapprima è il colore del poster a lasciare di stucco, poi la sua semiotica, la quale ci pone davanti a due domande altrettanto spiazzanti: chi è danese? E chi è straniero?

This is me today

Monday 16 May 2011

Breccia di Pisapia?



On the way to a new era?!

Writing e-mails in the middle of the night has always been one of my passions.

I am a terribly romantic soul who doesn’t want to give up writing letters, and still hope, in vain, to receive some. A letter is always welcome. I think. I can’t imagine of anyone who is not happy to receive a letter. Of course, except for those coming from the income tax agency or those of condolence. I love the moment when you look at the envelop, trying to figure out from where it comes from. The curiosity to open it when you still don’t know who sent is one of my favourite feelings. When I was about 11, I used to have a pen-pal. Her name was Jessica, she was Finnish. We wrote each other 6 letters. Six extremely colourful letters, that travelled back and forth from Italy to Finland for about a year. I remember I was going home from school every day, eager to listen to my mum saying: "The letter has arrived”. Then internet came, Jessica and I exchanged few emails more, then I lost my Finnish friend. I think I started using internet when I was about 12. Thank to my elder brother I felt a pioneer.

Only less than 15 years ago Finland was so far away. I don’t regret carrier pigeons, but I can’t help hiding to be a fan of the slow movement, also in communication. Slow communication. I don’t regret social media evolution, I am actually extremely fascinated by that world and its communicative potential. But, to me, it definitely overpassed the borders, and sometime I need a detox therapy. Detox therapies are demanding. It’s a bit like leaving home without my mp3 player, or opening a chocolat bar and put it away after only a bite. Suddenly though, the feeling of having succeed pays you so well back. Unfortunately, receiving letters is more and more rare. With the thousands of positive stuff that internet brought along, I won't never ever forgive technology to have deprived me from the little spark to receive a letter. Technology changed the way to communicate and destroyed my romantic moment, or made it even more elitarian. Actually, at the beginning, it was still fine. At the beginning, e-mails were a faster and updated version of mail service. Opening outlook was a bit like checking the real mailbox. Having one e-mail was the little joy of the day. 10 years ago, maybe 15...there were no newsletters, nor spam, not that much at least. But, above all, Mark Zuckerberg was only 13.

Thursday 12 May 2011

Hvad fanden laver du Danmark?

We knew DK wasn't the most euroenthusiastic country in Europe, but "closing borders" is really a big, anti-European sign (besides being stubbornly anachronistic and narrow-minded). I read about the opinion of the right-wing, of the Swedes and the Germans. I read about the economic problems: it is going to cost 270milions kr, problems for communters from germany and sweden, touristic fluxes...I was curious to know the reaction of the left-wing....but i just realized that they also supported the agreement...
I don't know what Danish people really think about it...do also left-oriented people think this is a right choice?

An example of ARTWORK TOOL IN COPENHAGEN


Denmark (is?) was planning to get into the Eurozone in some years and it is also taking the presidency of the European council in 6months...what what what? Or better, why, why, why?